Davide D’Errico – Studio 25

L’età di Davide D’Errico sorprende tutti i visitatori di questa mostra: tredici anni. Di lui mi son fatto un’idea dapprima intervistandolo direttamente, poi ascoltando quello che gli entusiasti visitatori della mostra mi raccontavano di lui.

Mi ha subito colpito la forza e la convinzione con cui ha affermato di voler fare l’architetto: credo sia difficile trovare tanta convinta consapevolezza in un ragazzo delle medie (il cui padre non sia già architetto!). Colpisce tutti quello che questo ragazzo sa fare, e mi riferisco soprattutto ai coloratissimi olii, così “adulti”. Sarà per l’educazione familiare, sarà per la qualità dell’istruzione scolastica, sarà per la capacità di Annamaria Vittes di insegnare a tirare fuori la propria anima e liberamente esprimerla graficamente, sarà per la propria capacità di incuriosirsi ed appassionarsi a 360 gradi senza poi fossilizzarsi su un solo argomento, sta di fatto che Davide dimostra di essere già in grado di rappresentare consapevolmente ed efficacemente le proprie sensazioni, le proprie emozioni e le proprie inquietudini con qualsiasi tecnica pittorica – e in futuro forse anche musicale, sia pur oggi ancora in una fase di sperimentazioni.

Il disegno ha linee nette e morbide, vicine a quelle del fumetto; le scelte cromatiche denotano vivacità e voglia di osare; i temi trattati sembrano reclamare una specie di rimpianto (suona strano alla sua età!), per non dire una vera e propria necessità, di una ancor maggiore dose di autenticità, di fantasia e di indipendenza mentale e culturale.

Già non gli piace il mondo di cui con consapevole disinvoltura sta iniziando ad approfondire la conoscenza, ma, com’è giusto che sia, non trova ancora dentro di sé una possibile soluzione. Ma la sua diagnosi è chiara: stiamo perdendo la capacità di dar valore al nostro tempo e seguiamo modelli imposti dall’alto, ci stordiamo con realtà virtuali: quando verrà l’uomo che permetterà al sole della felicità reale di tornare a splendere? L’ora dell’apocalisse è vicina, la terra è già arida fino all’orizzonte, sì, ma la città viva esiste, è bella e colorata, e si staglia in controluce al centro del proprio obiettivo di vita, già ben delineato.

Alfonso Taccione
Bottega dell’immagine Trieste
Aprile 2013 

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